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ALFREDO ENTITA' : DA MARCO RICCI A GIAMBATTISTA TIEPOLO

 

 

 


UNA GRANDE MOSTRA A VENEZIA DA GIUGNO A NOVEMBRE

DAL RICCI AL TIEPOLO

Due secoli di pittura veneta

di  Alfredo Entità

La manifestazione richiamerà a Palazzo Ducale l’intero mondo dell’arte e comprende il vasto fermento di interessi pittorici di duecento anni di fervori creativi veneti.

      L’arco di interessi culturali di questa mondiale manifestazione d’arte non è davvero breve. È
 anzi alquanto ampio sino ad abbracciare tutta la cultura europea di oltre due secoli con sbavature e sconfinamenti investigativi comprendenti continenti extra europei. L’interesse, per questa rinnovata e diversa, differente atmosfera culturale, ha le sue premesse e le sue radici, il suo lievito ed il suo concreto avvio in quella Venezia ed ambito lagunare tutto che, in campo culturale umanistico rinascimentale da cui presero le mosse tutte le restanti culture nazionali, detiene da sempre un indiscutibile primato, tale e tanto da trovare l’eguale in pochissime altre regioni d’Italia.
     E’ stata da sempre l’atmosfera d’incanto della laguna e lo scambio di culture con civiltà extra europee ed orientali in particolare, a germogliare filoni culturali non indifferenti ed a richiamare nel suo ambito ingegni tra i più acuti di ogni tempo; ingegni che in questa oasi di fermenti han sempre trovato il terreno adatto a produrre quanto di più e di meglio erano nativamente dotati a germogliare e portare a maturazione.
     Il paragone calza poi a meraviglia se si va con la mente al più grande ingegno o genio pittorico di tutto il sud d’Italia, al nostro Antonello degli Antonio da Messina, che a Venezia più che altrove trovò il terreno adatto per prosperare agevolmente ed erompere in tutta la sua orchestrazione poetica. E’ il periodo veneziano, per Antonello, il maggiore ed il più proficuo e produttivo di tutta la sua meravigliosa fioritura, senza volerci per questa addentrare soffermare e fare il punto sul dare e l’avere del Siciliano a Venezia, per non inciampare in competizioni che potrebbero far pensare ad impennate da campanile e condurci fuori del nostro asserto. Forse senza il siciliano Antonello  Venezia non avrebbe conclusa la sua meravigliosa parabola del suo Quattro e Cinquecento pittorico.
Ma è anche onestamente da chiedersi perché mai Antonello puntò decisamente su Venezia e non su altro centro d’arte d’Italia con tanti che allora ve n’erano.
     La manifestazione che, nel prossimo giugno, richiamerà a Venezia l’intero mondo dell’arte, dall’America all’Europa, dall’Asia ai più evoluti stati di colore (bisognerebbe trovarsi nelle sontuose sale di Palazzo Ducale per sincerarsene), va da Ricci (meglio dai due Ricci) al Tiepolo (ai Tiepolo) e comprende il vasto fermento di interessi pittorici di due secoli circa di fervori creativi veneti che, oltre ai pittori già citati comprende l’Amigoni, la Carrieri (magica ritrattista per tutta Europa ed oltre), Crosato, Diziani, Fontebasso, Grassi, i tanto esaltati e ancora discussi Guardi, i Longhi e il Piazzetta. La rosa dei nomi si sarebbe ben potuta allargare di molto compilando l’ambizioso programma, ma gli studiosi han voluto contenere la manifestazione in un tono molto elevato, in modo che giovi si al turismo ma soprattutto agli studiosi, ad una messa a punto e revisione dei veri valori al fine di lasciare impronte indelebili in quelli che sono i periodici riproponi menti di un periodo e di un autore o capo scuola, integrati dai difficoltosi recuperi che studi costanti italiani e stranieri di arte veneta vanno puntualizzando e ponendo nei loro giusti movimenti e valori. Sono sforzi insomma che impegnano la cultura artistica italiana e straniera a passare per Venezia, se revisioni vanno operate ai testi di ieri e a tutti gli studi d’arte di questi due secoli e più d’interessi figurativi.
     Si pensi alla équipe di studiosi, i maggiori chiosatori di arte veneta, tutti docenti universitari e autori di studi ricercatissimi tradotti in diverse lingue, capeggiati dall’instancabile ed entusiasta prof. Pietro Zampetti sovrintendente alle opere d’arte del Comune di Venezia e direttore della mostra e di tutte le mostre d’arte antica del comune di Venezia che, in quest’ultimo ventennio, hanno richiamato nella città della laguna, proprio per la mostra d’arte antica alternativamente tenute a Palazzo Ducale e Palazzo Grassi, i più eminenti studiosi di tutto il mondo ed amatori e cultori d’arte antica e di autori veneti in particolare, direttori ed esperti di musei di tutto il mondo, nessuno stato e capitali esclusi, perchè ben si sa che non v’è grande galleria pubblica o ricca e celebre collezione privata al mondo che non vanti un Giorgione o un Tiziano, un Bellini o un Vivarini, un Veronese o un Tintoretto, un Carpaccio o un…Tiepolo con tutta la schiera dei vedutisti e il numeroso seguito che il Canaletto i Guardi Bellotto ed altri generarono. Ma addentrandoci nel vasto campo delle arti figurative venete si rischia di perderci per quant’altri grandi e grandissimi produssero i secoli fastosi e felici della Venezia dei Dogi e delle Dogaresse, della cui poesia il mondo è ancora affascinato, senza per questo trascurare il mondo della satira sottile e corrosiva che ha i suoi massimi esponenti in Pietro Longhi e il suo amico Goldoni nel teatro.
     Dicevamo che coordinati dallo Zampetti operano i professori ed eminenti studiosi Bettagno, Bettini, il nostro Giuseppe Delogu, il veterano emerito e vitalissimo professor Fiocco, Mariacher, Morassi, Moschini, Murano, Pallucchini, Pignati, Tramontin, Valcanover, e molti altri tra cui Perocco direttore della Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro di Venezia ed assiduo collaboratore dello Zampetti.
     Non vanno trascurati  l’amore l’entusiasmo e l’impegno del primo cittadino di Venezia ing, Favaretto Fisca e dell’assessore alle Belle Arti Mario Di Biasi che periodicamente presiedono i comitati di studio dando tutto l’apporto e i contributi d’entusiasmo e i mezzi che simili manifestazioni di singolare livello mondiale richiedono e impongono.
     Alla a équipe di studiosi italiani s’è affiancato un comitato internazionale di esperti che va facilitando all’estero l’opera degli studiosi italiani con segnalazioni prima vagliate, facilitando anche le difficili operazioni di prestiti non sempre accessibili. Si ricordi al riguardo che due anni or sono, non fu cosa facile né semplice ottenere i prestiti della collezione privata di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra che, pur in mezzo a mille e mille difficoltà superate, furono ottenute e le opere messe a disposizione degli studiosi di tutto il mondo a Palazzo Ducale. E si trattò dei migliori Canaletto, Bellotto, Guardi ed altri dipinti proprio tra i migliori che si conoscano e che giammai lo studioso ed amatore avrebbe avuto occasione di potere avere a disposizione per il godimento dello spirito e per lo studio soprattutto.
     Questa rassegna insomma è destinata ad offrire all’amore e allo studio le opere migliori e più significative dei pittori veneti che meglio e più di tutti incisero, trascendendola e rivivendola, la realtà del tempo con la carica emotiva della loro estrosa e qualche volta scanzonata personalità. E non vi sarà certo rassegna che in questo periodo offra un così vasto e vario panorama di costumi attraverso la musicalità e la poesia più alta della pittura veneta di due secoli.
     La singolare manifestazione che impegnerà Palazzo Ducale da giugno a novembre, è sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica che la inaugurerà il 7 giugno.
     Si prevede che le opere saranno circa 150 oltre ad una scelta di disegni dei più notevoli rappresentanti quali G. B. Tiepolo, Piazzetta e A. Longhi.

 

30 marzo 1969  sul quotidiano La Sicilia