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ALFREDO ENTITA' su LORENZO VIVIANO

 

 

 

 

       Al nisseno Lorenzo Viviano, incalzante autodidatta oggi in piena affermazione, spetta qui in assoluto il merito di una evoluzione o mutamento del gusto estetico, di un convintissimo e religiosissimo modo di concepire e valutare ed « educare a valutare » il nuovo mondo dell’arte visiva.

       L’astrazione di tutte le forme sin qui esplose ed espresse è penetrata e si è affermata per esclusivo merito suo, in questa provincia in cui l’astratto non era stato apprezzato e tenuto nella debita considerazione. Non ci si era cioè soffermati e accostati con quell’interesse e convinzione che ogni forma d’arte, specie se nuova, richiede. Interesse che Viviano ha saputo stimolare in chi, sino ad ieri, era irriducibilmente scettico, avverso e irremovibilmente contrario a riconoscerla come nuova espressione d’arte esteticamente valida.

      E’ Viviano che, nel nisseno, ha spostato l’asse magnetico del gusto facendo convergere  verso qualsiasi forma d’astrazione e il suo autonomo linguaggio, fruitori d’arte qualificati e non, per quelle esplosioni di gusto e di prepotente bellezza che in essa ha saputo infondere con quell’irrompere di tematiche nuove, congeniali a tutta una sua dinamica e fluida visione di bellezza che va oltre la transitorietà dell’oggetto, oltre il generato e circoscritto dell’abito umano, terreno, visibile e  percepibile. Linguaggio dilatatosi in questi ultimi anni oltre i confini dell’isola, con riconoscimenti pieni in città come Bologna e Venezia e di oltralpe: Parigi, Monaco di Baviera, Blois, Fontenay le Fleury e Copenaghen.

     Dotato, comunicativo e persuasivo sino ad entusiasmare per certe sue generose effervescenze luministiche e cromatiche, spontaneo nel trasfigurare la realtà trascesa e ricreata, sostanziata di interiore bellezza evocatrice di sentimenti repressi, s’è trovato come travasato di incanto in un mondo opposto, irreale, iridato di evanescenze e di aeree vaporosità tutte fluido compensarsi di luce e colori generati da energie e moti di inincessante evoluzione e rivoluzione, tali da invertire e capovolgere le « rotte » visive e le componenti di qualunque repertorio compositivo antico o recente.

      Parliamo di una espressione in assoluto generata da Viviano e nelle cui rappresentazioni o raffigurazioni noi crediamo che la verginità con cui l’artista vede e ritrae queste astrali bellezze, operi sull’osservatore assetato di rinnovamento e adeguamento al tempo che viviamo tanto da accettarla come un messaggio di bellezza lontana e inaccessibile, come una voce, un canto o lirismo destinati ad essere rivelate solo attraverso il fluido cangiante moto del colore, dilatatesi e propagatesi per dinamica di immagini, senza riscontro nella traspirabile e percepibile cosmica realtà terrena.

      Ciò che impreziosisce poi le armoniche composizioni astrali di Viviano, è il nitore e la trasparenza di una tavolozza ricca e varia, calda e affascinante. Tante sue stesure di gialli azzurri rosa verde ocre rosso e arancione, sono ora puri scorci d’arcobaleno scorporati dall’irideo e ricomposti nelle sue tele, ora incandescente magma di fondi crateri di vulcani in eterna ebollizione.

      E’ un dialogo stellare quello che Viviano offre ai suoi numerosi interlocutori, di stelle le più impensate e di energie o moti perpetui dello spazio colorato e luminoso nel quale si muovono i corpi celesti, nonché di cieli inimmaginabili e lontani, frequenti oggetti del nostro fantasticare e dei bagliori che occhi e immaginazione tessono e disfano nel tentativo di sospingersi e liberarsi in un mondo smaterializzato e indeperibile, tutto luci  fantasmagoriche e vertiginose, rivolgimenti di colori riflessi e trasparenze tuffate in una eterea ebbrezza di puro incanto.

      E’ da augurarsi piuttosto che non riguadagni il figurativo e non esaurisca la cangiante visione fatta di astrazioni tonali e di forme le più inimmaginabili e mutevoli che natura può combinare e ricombinare negli infiniti spazi del suo mistero, nelle siderali altezze del suo incessante divenire, nel suo eterno fluire, là dove la vita universa è naturale polifonia iridata e la bellezza un eternum immutevole, che valica tutte le possibili ultramillenarie ere per restare suprema inalterabile giovinezza, inalterabile vita in tutta la sua estesa dinamica d’essere e divenire senza scadenze e tramonti, senza alterazioni o mutevolezze, avente come generatrice solo l’inesauribile ed inalterabile fonte di bellezza cosmica, lontana ed inimmaginabile, come l’astratta luministica pittorica di Lorenzo Viviano, fantasioso interprete e rivelatore delle prestabilite armonie del misteriosissimo infinito.

 

 Alfredo Entità

presentazione su catalogo  di Mostra Personale; Circolo Artistico " MATTEO GIACALONE VIRZì " - VIA XI Maggio - Marsala. dal 21 al 30 Aprile 1973